Mario Adinolfi: ma quale maschilista, a casa comanda mia moglie
Appena era circolato il suo nome tra i possibili concorrenti dell’Isola dei famosi, i social sono esplosi. Alla fine, stupendo tutti, Mario Adinolfi non solo è partito per l’Honduras, ma è arrivato a un passo dalla vittoria, battuto solo da Cristina Plevani.
Mario, come nasce questa “follia lucida” di mettersi in gioco nel reality più estremo?
«Molto semplicemente: mi hanno telefonato dalla produzione chiedendomi se volevo farlo. L’ho detto a mia moglie Silvia, e lei mi ha risposto che era una cosa impossibile. Più o meno tutte le reazioni che abbiamo avuto davanti agli altri reality che mi hanno proposto sono sempre state così. E infatti alla fine non ci andavo mai, perché lei decideva di no. Stavolta però ha cambiato idea. Dunque, alla faccia di chi dice che sono un patriarcale misogino, ho avuto il permesso di mia moglie e sono partito».
Se le chiedessi un bilancio, al netto del risultato finale, cosa direbbe di questa esperienza?
«Il risultato conta pochissimo. Il bello è stato scoprire che sono entrato all’Isola odiato dall’Italia, perché sotto l’annuncio della mia partecipazione ci sono centinaia di migliaia di insulti, e non sto esagerando, e ne sono uscito travolto dall’affetto. È una cosa che mi emoziona davvero, e io sono uno che di solito è molto difficile alle emozioni».
C’è un aspetto in particolare che le ha fatto piacere, parlando con chi ha seguito questa sua esperienza?
«Tantissimi mi hanno parlato dei loro problemi, come se fossero naufraghi anche loro. Una delle cose più belle che ho fatto in Honduras è stata ascoltare le vite di tutti, essere un amico. Io li ascoltavo per davvero, ero interessato sul serio. Questo ha portato ad altri racconti, altre storie di vita che mi onorano, perché le persone cercano in me una parola di conforto. È una cosa che mi ha colpito molto. Lo ripeto: non sono mai stato un sentimentale, quindi il fatto che qualcuno mi consideri un porto sicuro mi lascia senza parole».
Cosa pensa della conduzione di Veronica Gentili?
«Ci conosciamo da anni e abbiamo litigato spesso, specie in una trasmissione del mattino condotta da Alessandro Milan su Radio 24. Prima di partire per l’Honduras le ho detto che avevo un po’ di timore, ma poi ci siamo promessi che lei non mi avrebbe risparmiato nulla e io non sarei stato un Adinolfi che non è Adinolfi. Nessuno dei due ha tradito la propria natura. Credo che questo confronto abbia funzionato: lei è stata bravissima, e anche il mio risultato è stato inimmaginabile per molti».
Durante la finale, Mirko Frezza ha detto che alle cose che lei afferma sulla famiglia tradizionale, sull’aborto e sull’omosessualità, in fondo non ci crede neanche lei. È vero?
«Mirko è un amico, ma quella frase non esiste, insomma. Io ho sempre e solo detto cose in cui credo. Non ho mai piegato le mie opinioni alla convenienza, quindi…».
Quindi smentisce. Allora è il pubblico che ha cambiato idea su di lei o lei che ha avuto la possibilità di esprimersi in modo diverso?
«Ho avuto due mesi. E un conto è avere due mesi, un conto sono 45 secondi in un talk show. Quando devi parlare per 45 secondi in un contesto ostile, è ovvio che devi tirare una sassata. Se invece hai due mesi per raccontarti, succede quello che è successo: ci si conosce davvero».
Qual è l’obiettivo per le prossime elezioni per il suo movimento politico, il Popolo della Famiglia?
«Non ho obiettivi politici. Però ricordo che Nigel Farage, che sembrava politicamente finito, partecipò all’Isola dei famosi nel 2022 proprio perché era ormai inesistente politicamente. Ora è il candidato più accreditato per diventare Primo Ministro del Regno Unito. Io adesso sono alla finestra. Per la prima volta guardo serenamente al futuro, dopo aver passato molto tempo a dover combattere col mio passato».
Questa esperienza, così tosta dal punto di vista fisico, ha fatto superare qualche limite personale?
«Io non chiedo mai aiuto, invece lì ho chiesto continuamente aiuto a chi mi era accanto. Prima di tutto ai miei amici naufraghi: a Omar Fantini, a cui devo quasi la vita, ma anche a Mirko, ad Alessia Fabiani e a Cristina.»
È cambiata la sua quotidianità dopo l’Isola?
«Le persone non cambiano. Però, gli spigoli si possono attutire, e io li ho attutiti molto.»
Cosa le hanno detto sua moglie e le sue figlie quando è tornato a casa?
«Silvia mi ha accolto con un “bravo”, e non è usuale. A casa comanda lei. Anche le mie figlie erano contente. Livia, la più grande, era contraria alla mia partecipazione perché temeva un massacro mediatico e per la mia salute. Ha letto i primi commenti, che erano molto brutti, e aveva paura. Alla fine sono stato anche male: tutti, alla vigilia, erano preoccupati per la mia salute e quando sono tornato sono finito in ospedale. Ma ora sto meglio. Le altre due, Clara e Joanna, sono state meravigliose. La piccolina mi ha dedicato un disegno e Clara mi ha accolto con un cartellone: “Bentornato papone”. Un gesto affettuoso, che mi ha molto commosso».
In Honduras ha parlato di sua sorella Ielma, che si è tolta la vita.
«È una ferita che non si può cicatrizzare, è enorme. Parlarne è stato un lasciare andare. L’ho fatto collegando il fatto che io stessi facendo qualcosa di impossibile. La mia speranza era che tante persone che affrontano prove durissime, a cui viene detto che è impossibile superare un trauma, un lutto, una difficoltà o un limite fisico, non si convincano che è impossibile. Bisogna provarci. Poi può arrivare la resa, l’ho detto anche lì: non mi spaventa arrendermi, a volte si deve fare. È il non tentare che mi fa paura. Quella sensazione di impotenza che ti si ficca dentro… Ho voluto dare, a chi vive una condizione simile alla mia, una possibilità di uscirne».
Gira voce che sarà il prossimo opinionista del Grande Fratello. È solo una voce?
«Non l’ho mai detto pubblicamente, però mi piacerebbe affiancare Simona Ventura. Ho un debito di gratitudine nei suoi confronti. Non ho mai fatto il secondo violino a nessuno in vita mia, ma per lei lo farei volentieri. Ho apprezzato la sua umiltà nel mettersi al servizio di un programma che era davvero suo. Mi è piaciuto il confronto con lei e spesso non ho voluto rispondere, perché per una volta non era un talk show. Finalmente, non era un talk show».
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