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Roberto Ciufoli: due mogli e due figli insieme in vacanza

Roberto Ciufoli: due mogli e due figli insieme in vacanza

Mezza Premiata Ditta è meglio di niente, ma non è detto che nel 2026 non torni la Premiata Ditta, intera. Di recente Roberto Ciufoli è stato protagonista insieme a Pino Insegno del varietà comico Facci ridere, in prima serata su Rai 2. «Il bilancio per me è molto positivo. Sono tornato a lavorare con Pino in televisione e, anche se l’avevamo fatto in teatro già altre volte, rimettersi insieme in tv è sempre un’altra storia. È stato bello anche per un altro motivo: rispetto a Tale e Quale Show, dove ho partecipato in autunno come concorrente, qui invece ho condotto. Ed è tutta un’altra cosa. Mi sono divertito, il programma è andato bene. Gli ascolti, per la rete e per la produzione, sono stati molto buoni. Siamo tutti contenti e meglio di così non poteva andare».

Con Pino, da quanto tempo non lavoravate insieme in tv? Vent’anni?

«In teatro è capitato più di recente, ma in televisione era proprio tanto che non lo facevamo. L’ultima volta insieme è stata nel 2007, con un varietà che portammo dal teatro alla tv. Quindi sì, sono passati diciotto anni. Non proprio venti, ma quasi»

Da un po’ se ne parla sui social: i tempi sono maturi per un ritorno della Premiata Ditta?

«I tempi sono maturi. E forse lo sono proprio adesso, prima che diventiamo troppo maturi noi! Scherzi a parte: la voglia c’è, la possibilità pure. E c’è anche l’affetto del pubblico. Io sto molto in giro con il teatro e la domanda che mi fanno è sempre la stessa: “Ma quando vi rivediamo insieme?”. E la cosa bella è che a chiedermelo sono soprattutto i trentenni. Sono quelli che ci seguivano da bambini, quindi abbiamo lasciato un segno».

Ci state pensando seriamente, quindi?

«Sì, sì. L’idea sarebbe fare qualcosa nello stile nostro, ma che non sia una semplice minestra riscaldata. Vorremmo portare qualcosa di nuovo, anche se con il nostro linguaggio. C’è una data importante da ricordare: il 1986. È l’anno in cui è nata la Premiata Ditta, e nel 2026 sarebbero quarant’anni. Sarebbe il momento perfetto per festeggiare».

Magari testando il tutto prima a teatro?

«Sì, anche se in teatro sarebbe più complicato. In tv puoi giocare sull’amarcord, inserire filmati del passato, invitare ospiti… In teatro dovremmo fare solo sketch o cose di quel tipo, e diventerebbe più difficile. A meno che non decidessimo di fare una serata speciale, con amici e ospiti. Una sorta di Premiata Ditta & Friends.»

Con Pino, Tiziana Foschi e Francesca Draghetti vi conoscete da oltre quarant’anni, giusto?

«Sì, ma ormai è più che amicizia, è proprio parentela. Io e Francesca ci conosciamo da quando avevamo dieci anni: suo fratello, che poi è mancato, era il mio migliore amico. Con Pino ci siamo conosciuti al liceo, a tredici anni. E Tiziana è arrivata all’inizio degli anni Ottanta, diciamo tra il 1982 e 1983. Quindi sì, sono più di quarant’anni insieme: e ci sentiamo di frequente, anche  se purtroppo capita meno spesso di quanto vorremmo, come succede con i parenti. Io ho tre sorelle e le sento meno di altre persone con cui lavoro… è la vita, capita».

Nel suo percorso hai sempre alternato televisione e teatro?

«Sì, ma il teatro ha sempre occupato la maggior parte del mio tempo lavorativo. La tv “da solista” è arrivata come parentesi. Da novembre a maggio sono stato sempre sul palco Un buon compromesso direi: in televisione devi imparare subito a sentirti a casa, a essere naturale. Ma sul palcoscenico respiro. Il teatro è il posto dove mi sento più a mio agio nella vita. Però non è perché fai teatro che ti senti così… fai teatro proprio perché ti senti così».

Quando non lavora è un papà presente?

«Sono un papà molto presente, anche se può sembrare strano con la vita che faccio. Col piccolo ci abito insieme, il grande ormai è autonomo, ma il nucleo familiare è sempre unito. Andremo in vacanza tutti insieme: figlio grande, figlio piccolo, mia moglie, la mia ex moglie e la cognata. Siamo una famigliona allargata».

I suoi figli vanno d’accordo?

«È un rapporto commovente il loro. Si amano proprio, ognuno è il supereroe dell’altro. Hanno 21 anni di differenza, quindi non ci sono gelosie. Il piccolo, Romeo, vede il grande molto spesso e si scioglie quando sta con lui. Il grande, Jacopo, lo prende, lo porta a casa sua e passano anche dei giorni insieme da soli.»

Si interessano al suo lavoro?

«Romeo ad agosto compirà 9 anni, ma ha particolare talento. Certo, è piccolo e ha bisogno dei suoi tempi, non bisogna forzarlo, ma secondo me l’inclinazione c’è. Jacopo sta per compiere 30 anni ed è già realizzato. Lavora in produzione: è un producer, ha studiato alla London Film School. Fa il direttore di produzione ed è bravo, ci ho lavorato insieme. Anzi, lui è più serio di me e mi è capitato spesso di chiedergli dei consigli. Secondo me potrebbe anche diventare regista».

Accennava a vacanze di gruppo con sua moglie e la sua ex moglie. Non è una cosa usuale.

«Hanno un ottimo rapporto. E il merito è di Romeo:  quando è nato, la mamma di Jacopo è diventata la sua zia. Non per finta, per davvero. Lo prende a scuola, lo tiene a casa sua, lui sta benissimo con lei. Quando io e mia moglie siamo partiti per pochi giorni, anche di recente, lui è stato da lei. È una cosa che mi ha sorpreso in positivo, e che non è affatto scontata».

Di recente si è parlato della sua salute, dopo che ha raccontato di aver avuto un tumore al rene. Oggi come sta?

«Sto bene. Il rene che m’hanno tolto era quello malato, mica io! Ho ripreso subito a lavorare, a fare sport. Sono un irrequieto: al mio corpo non ho dato spazio per decidere. Deve seguirmi, per ora lo fa. Credo molto nel potere della testa. Se ti senti vecchio, ti vedi vecchio. Io cerco di dare sempre voce al bambino che ho dentro. È fondamentale : per questo che, superati i problemi, oggi sto bene».

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